Il Telefono
Nel 1871 Antonio Meucci,
sfruttando la trasformazione delle vibrazioni sonore in impulsi
elettrici, trasmessi via filo, scoprì il principio che
permetteva la trasmissione della voce a distanza. Egli però non
riuscì a difendere e sviluppare la sua invenzione per cui, nel
1876, lo scienziato americano, A. G. Bell,
depositò un brevetto, del tutto simile, sul funzionamento del
telefono. Sempre in quel' anno Bell utilizzò, su scala
industriale, il telefono diffondendone l'uso. Siamo nel 1877
quando T.A. Edison mette a punto il microfono a carbone, contribuendo
sensibilmente allo sviluppo della realizzazione del telefono.
Cinque anni dopo Hunning migliora il microfono perfezionandolo
con l'impiego di microgranuli di carbone.
Il telefono è composto di due parti, microfono e ricevitore che
formano, a loro volta nell'insieme, il microtelefono. Parlando al
microfono le onde sonore prodotte dalla voce fanno vibrare la
membrana che comprime intensamente i granuli di carbone, i quali,
poichè fanno parte del circuito elettrico, agiscono come una
resistenza variabile che determina maggiore o minore passaggio di
corrente. Il ricevitore trasforma gli impulsi elettrici, prodotti
dal microfono, in onde sonore dato che la membrana, sotto
l'impulso di una elettrocalamita, vibra e riproduce esattamente
la voce di chi parla.
Il telefono arrivò per la prima volta in Italia nel 1877 (nell'
immagine vi è raffigurata la prima telefonata a Palazzo Marino a
Milano).
Negli anni successivi, Bell perfeziona il suo telefono e ben presto il numero delle linnee telefoniche che in città correva da una casa all' altra raggiunse cifre esorbitanti. Ma bisogna aspettare il 1915 per la prima conversazione telefonica transcontinentale che collegava New York con San Francisco alla distanza di 3500 miglia.